Come uscire da Scientology? Su Crime+Investinagion, la storia di Leah Remini
Pubblicato il 30 - Gen

Setta. Culto. Confessione religiosa. Organizzazione con scopi mai del tutto chiariti. Su Scientology, si è scritto tanto ma non si è mai fatta chiarezza fino in fondo. Entrare a farne parte è relativamente semplice. Se invece si parla di come uscirne, le cose cambiano. Sensibilmente.
Cos’è Scientology
La dottrina alla base di Scientology può essere riassunta in questi punti fondamentali:
- Le potenzialità di ogni essere umano sono infinitamente superiori a quelle che effettivamente usa. La mente umana, infatti, avrebbe delle facoltà immense, come guarire dalle malattie con la sola forza del pensiero o abbandonare il corpo per vagare nello spazio come forma incorporea.
- Gli esseri umani, però, non hanno accesso a questo potenziale perché la mente è, in un certo senso, “oppressa” dai crimini commessi e da traumi fisici e mentali. Crimini e traumi che possono risalire anche alle vite passate, di cui resta una sorta di “ricordo” nella mente.
- Per Scientology, una mente priva di traumi si definisce Clear. Una mente Clear può usare tutto il suo potenziale.
- Affinché una persona possa raggiungere lo stato di Clear, bisogna passare attraverso i diversi livelli di una particolare tecnica di auditing, in cui un praticante pone delle domande a un paziente. Quest’ultimo deve trovare le risposte nella sua mente.
L’insieme delle teorie e delle credenze alla base di Scientology fu ideato da Lafayette Ronald Hubbard (scrittore statunitense nonché fondatore della stessa Scientology), che nel 1950 pubblicò il libro Dianetics: the modern science of mental health.
Perché si aderisce a Scientology
I motivi possono essere i più disparati. Di solito, si viene a conoscenza di Scientology perché se n’è sentito parlare o perché si conosce qualcuno che ne fa parte. Si aderisce perché si spera di poter migliorare se stessi, di poter cambiare la propria vita, di poter fare qualcosa per gli altri. Tutte promesse che il metodo e la dottrina di Scientology garantiscono di esaudire.
Perché si lascia
È qui che comincia la storia di Leah Remini. Abbagliata da tali promesse, per oltre trent’anni ha fatto parte del culto. Poi ha deciso di diventare una dei “disconnessi”, ovvero le persone che lasciano il culto.
Perché l’ha fatto? Il motivo è presto detto: perché Scientology controllava, in pratica, ogni aspetto della sua vita. Una vita che, da quando aveva deciso di aderire al culto, era diventata un susseguirsi di violenze psicologiche, persecuzioni, minacce e abusi.
Lasciare Scientology è semplice come aderirvi. O, almeno, lo è da un punto di vista formale. Perché non è mai possibile lasciare del tutto quest’organizzazione…
Leah Remini, dopo essersi disconnessa, ha scelto di raccontare la sua storia. Partendo dalla sua esperienza, ha incontrato anche altri disconnessi, ascoltando le loro ragioni e le loro testimonianze. Ragioni e testimonianze raccolte in La mia fuga da Scientology, una serie in otto puntate in onda su Crime+Investigation ogni domenica alle 22:00 a partire dal 19 febbraio.
Fonte immagine: Flickr.com/photos/nasikoman
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