La terza stagione de “I miei 60 giorni all’inferno”: ecco i 9 protagonisti
Pubblicato il 27 - Apr

Ashleigh, Chris, Mona Lisa, Dion e gli altri si sono lasciati alle spalle l’incubo del carcere. Adesso, il loro posto sarà preso da altri. Da altre persone che, per motivi diversi, vogliono provare cosa si prova vivendo in prigione. Vogliono provare cosa si prova a partecipare a I miei 60 giorni all’inferno: la terza stagione in onda dal 17 maggio su Crime+Investigation.
E questi sono i nove protagonisti:
- Calvin. Un insegnante di sostegno in una scuola pubblica. Spera che sarà in grado di relazionarsi con i suoi studenti in maniera molto più profonda. Anzi, pensa addirittura sorprenderli cambiando i loro modelli di comportamento.
- Don. Suo padre e i suoi fratelli entrano ed escono di prigione. Don è convinto che il sistema carcerario statunitense abbia fallito, soprattutto con gli afroamericani. Vuole partecipare al programma per smascherare e combattere la discriminazione.
- Gerson. Si è trasferito da El Salvador alla California quando aveva sette anni. Ha cercato di non seguire le orme della sua famiglia e oggi lavora come tutor nelle scuole e nei college per tenere i ragazzi lontano dalla strada.
- Jessica. Ha conosciuto il suo attuale marito quando questi era in prigione. Una volta uscito, l’uomo ha dovuto affrontare diverse difficoltà per reintegrarsi nella società. Jessica ha deciso di partecipare al programma perché vuole capire cosa determini tali problemi e come fare per aiutare suo marito.
- Jon. È un ex agente delle forze dell’ordine. Oggi è completamente disincantato per quanto riguarda il sistema penitenziario americano e vuole creare un’organizzazione no-profit per battersi per la tutela dei diritti umani.
- Matt. Ha servito nel corpo dei Marine e ha fatto rapidamente carriera. Anche se sostiene che la legge vada sempre applicata, è convinto che il sistema abbia bisogno di maggiori controlli.
- Mauri. Ha lavorato tre anni come ufficiale in un carcere maschile di massima sicurezza. Mauri è rimasta scioccata da quanti uomini e donne incarcerati soffrono di malattie mentali e fanno uso di farmaci. Ed è determinata a trovare una soluzione che assicuri ai detenuti tutta l’assistenza medica e psicologica di cui possono aver bisogno.
- Michelle. Anche se svolge un altro lavoro, è sempre stata interessata alle tematiche e alle problematiche della giustizia e del diritto penale. Spera di riuscire a relazionarsi con le donne, a far capire loro che c’è un’altra possibilità oltre alla prigione.
- Nate. Ha servito nel corpo dei Marine dal 2006 al 2010. Congedato con onore nel 2013, nel 2014, è entrato a far parte della Criminal Justice and Law Enforcement.
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