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L’analisi del DNA: come funziona quella che viene considerata la “prova regina”

Pubblicato il 31 - Mar

come funziona l’analisi del DNA

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Nella storia della criminologia, soprattutto in quella più recente, sono sempre più numerosi i casi risolti grazie all’analisi del DNA. Tanto che, ormai, si parla di “prova regina”. Ma, di preciso, come funziona questo tipo di analisi? E quali sono, se ci sono, i suoi limiti di applicazione?

Com’è fatto il DNA

Il DNA, semplificando molto la cosa, è composto da una serie di nucleotidi, ovvero delle unità ripetitive. A loro volta, i nucleotidi sono composti da tre elementi fondamentali:

  • Un gruppo fosfato;
  • Il deossiribosio (zucchero pentoso);
  • Una base azotata.

Le basi azotate che partecipano alla formazione dei nucleotidi del DNA sono quattro:

  • Adenina;
  • Guanina;
  • Citosina;
  • Timina.

L’analisi

Il segreto dell’analisi del DNA sta nella base azotata. Tutte le cellule di un individuo hanno lo stesso identico DNA. E il DNA si differenzia, principalmente, per la sequenza delle basi azotate dei nucleotidi. In altre parole, ogni individuo ha una sequenza unica di basi azotate.

In media, si riscontra una differenza ogni mille basi. Inoltre, il grado di diversità delle basi azotate è tanto più basso quanto maggiore è il grado di parentela tra due individui.

Più tipi di analisi

Al giorno d’oggi, sarebbe molto più corretto parlare di anali del DNA al plurale, in quanto si eseguono analisi specifiche in base allo specifico settore. Nel caso della genetica forense, s’indagano soprattutto i microsatelliti: si tratta di sequenze, da una a otto basi, che sono ripetute in tandem per un piccolo numero di volte.

Come si esegue

La diffusione del test del DNA è legato allo sviluppo di una tecnica di biologia molecolare chiamata PCR (Polymerase Chain Reaction).

  1. Si estrae il DNA dal nucleo delle cellule.
  2. Tale DNA può essere prelevato da varie fonti: sperma, capelli, urine, sangue, saliva.
  3. Si procede con la denaturazione del DNA in una soluzione che contiene primer: in questo modo, vengono, letteralmente, “riconosciute” le regioni specifiche di DNA da analizzare.
  4. Con un enzima chiamato polimerasi, si aggiungono basi azotate.

Questi quattro passaggi vengono ripetuti in cicli e, ogni volta, si raddoppia la quantità di DNA.

L’analisi del DNA: una tecnica infallibile?

Ormai, l’analisi del DNA fa parte delle tecniche investigative più utilizzate e l’analisi della scena del crimine non può prescindere dal rilevamento di eventuali tracce biologiche. Ma è infallibile?

La risposta non è così semplice.

  • Se l’analisi è eseguita in modo corretto, il risultato è assolutamente certo.
  • Eppure, tale risultato può non essere così affidabile se l’analisi è condotta su DNA degradato o se il DNA è recuperato da tracce minime.

 

Fonte immagine: Flickr.com/photos/bionicteaching

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